
Prodotto l’85% dei Bitcoin: l’ultimo uscirà nel 2140
Novembre 25, 2019Effetto dell’halving, ossia il dimezzamento della ricompensa che incassa chi mina la criptovaluta. Il prossimo avverrà nel 2020: ecco gli scenari.
Qualche giorno fa, secondo stime attendibili, il numero di bitcoin estratti ha raggiunto quota 18 milioni. Questo significa che ne sono rimasti “solo” 3 milioni da poter distribuire sul mercato, visto che il numero di bitcoin prodotti, per statuto, non può superare i 21 milioni. Ma tranquilli, il fatto che sia già stato estratto l’85% dei bitcoin non significa che, tempo un paio di anni, verrà minato l’ultimo, anzi. I prossimi 3 milioni di bitcoin saranno progressivamente più lenti da estrarre e l’ultimo bitcoin dovrebbe vedere la luce non prima del 2140.

Come è possibile? La risposta è racchiusa in una parola: halving. Per garantire la rarità dei bitcoin, il misterioso Satoshi Nakamoto ha previsto che le ricompense dei miner si dimezzino ogni quattro anni circa. È successo nel 2012 e nel 2016 e accadrà nel 2020. Il fenomeno del dimezzamento è noto come halving (dall’inglese half, metà) ed è insito nella natura stessa dei bitcoin, perché permette di garantirne la rarità, omologandolo di fatto all’oro più che a una valuta corrente.
Pro e contro
Per i bitcoiner l’halving ha i suoi pro e i suoi contro. Da un verso, dimezzando il numero di bitcoin che si possono estrarre, i costi del mining aumentano, soprattutto quelli energetici, rendendolo poco conveniente, soprattutto nei paesi come l’Italia dove il costo della bolletta energetica è più alto di paesi come la Bulgaria o la Cina.
50% of Bitcoin Mining is done out of 1 city in China pic.twitter.com/GHEwyyxNH9
— Binary Overdose (@BinaryOverdose) November 18, 2019
D’altro canto, la scarsità di bitcoin conseguente all’halving potrebbe anche farne aumentare il valore. Nel 2012 e nel 2016 è andata proprio così: il dimezzamento ha fatto volare le quotazioni oltre ogni immaginazione. Andrà così anche stavolta? Secondo gli ottimisti (la maggior parte) sì. Ma c’è un ma: oggi i bitcoin di nuova produzione sono prodotti principalmente da miniere cinesi. E qualche giorno fa Jihan Wu, cofondatore del gigante del mining cinese Bitmain, ha affermato che il dimezzamento stavolta potrebbe anche passare quasi inosservato. Chi avrà ragione?
Evolution of #Bitcoin mining distribution/decentralization pic.twitter.com/AGD8pWUHdf
— David_pokoi (@DPokoi) November 21, 2019